Il porto di Marsiglia. Albert Londres.

Mi sono imbattuta in questo libro per caso. Un amico mi aveva invitata a fare un salto in una libreria bellissima, una libreria che tiene per scelta solo libri di case editrici indipendenti. Una libreria dalla quale è difficilissimo uscire senza un libro in mano, l’ho già sperimentato più volte.

Avevo scovato l’espediente di comprare un libro per regalarlo a mia madre, quando ho adocchiato questo librino alla cassa. Quando dico librino parlo seriamente: Il porto di Marsiglia è grande come la mia mano e conta solo 115 pagine.

Ho chiesto informazioni al libraio e mi ha detto che si trattava di una descrizione giornalistica del porto, da parte di un reporter con grande esperienza. Avendo da poco trascorso un bellissimo fine settimana a Marsiglia, non ho saputo resistere: l’ho comprato e l’ho subito messo in lettura, domandandomi come fosse possibile scrivere 115 pagine sul porto di Marsiglia (bellissimo per carità. Ma 115 pagine?).

Quel che il libraio non mi aveva detto è che il libro è del 1927, quindi praticamente quasi 100 anni fa. Il porto che descrive lui era un viavai di uomini e merci, un crocevia internazionale, un crogiuolo di umanità e di interscambi. Gente che arriva, che parte, soprattutto che passa e ripassa da Marsiglia: spassosissimo è il punto in cui si dice che se sei stato truffato in una qualsiasi parte del mondo e ti vuoi vendicare puoi sederti a un tavolino di un bar sulla Canebière (una lunga via marsigliese che conduce al porto) con un randello in mano, prima o poi vedrai passare il tuo truffatore.

La scrittura è estremamente brillante, si ride molto, ma ci si può anche commuovere davanti a campionari di disperazione in cerca di fortuna oltremare. Soprattutto emerge coloratissimo l’ambiente, non solo crocevia di passaggio, ma luogo delle grandi opportunità, dal quale si parte per qualunque luogo nel mondo e nel quale si ritorna, prima o poi. E ci si rincontra tutti, a cadenze scandite dalle partenze e dagli arrivi delle diverse navi.

Albert Londres nato a Vichy nel 1884, è considerato l’inventore del moderno giornalismo d’inchiesta. Fu corrispondente di guerra nei Paesi dell’Europa dell’Est durante la Prima Guerra Mondiale e successivamente descrisse la nascita del regime bolscevico. Dal 1922 viaggiò in Asia, raccontando della Cina, del Giappone e dell’India. Tra i suoi lavori più noti, quello dedicato alle terribili condizioni delle colonie penali in Cayenna e Guyana francese, che scosse l’opinione pubblica.

Vale la pena leggerlo anche se non si è mai stati a Marsiglia e se non si ha intenzione di andarci? Sì. È una delizia. Con questo piccolo libro si ride, si sogna, si riflette e ci si commuove anche un po’.

Vale la pena leggerlo anche se non si è mai stati a Marsiglia e se non si ha intenzione di andarci? Sì. È una delizia. Con questo piccolo libro si ride, si sogna, si riflette e ci si commuove anche un po’.

Nella foto accanto, il famoso Castello d’If (avrete in mente di certo Il Conte di Montecristo) visto dalle imbarcazioni che portano i turisti a visitarlo.

Tony Nessuno – Andrés Montero

Tony NessunoTony Nessuno by Andrés Montero

My rating: 4 of 5 stars

Un romanzo brevissimo che cattura il lettore e lo invischia in una storia dentro la storia, dove il circo diventa una fiaba, che diventa Le Mille e una notte, che diventa una storia di soprusi, che diventa una denuncia della condizione della donna a tutte le latitudini, che diventa un mistero e che resta sempre in ogni pagina un libro bellissimo.

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