Forse mio padre – Laura Forti*

Che i morti trovino pace. Ormai la vita ha preso una piega, una direzione, una storia. Perché tornare a intestardirsi su vicende trascorse, su occasioni perdute? Sapere che sei forse mio padre mi farà stare meglio, mi farà sentire più piena, meno incompleta, meno arrabbiata? O invece il vuoto che porto dentro si allargherà a dismisura, inghiottendomi?

Forse mio padre – Laura Forti

Negli ultimi giorni prima di morire, la madre dell’autrice svela alla figlia un segreto al quale aveva in realtà accennato durante tutta la vita, cioè che il suo vero padre non sarebbe l’uomo con cui è cresciuta, ma un altro uomo, il primo fidanzato della madre, conosciuto quando era ancora giovanissima, abbandonato e successivamente ritrovato.

L’autrice si mette quindi alla ricerca dell’uomo – ormai morto – che fu suo padre, per scoprire chi era, come lo ricordava chi l’ha conosciuto, qual era stata la sua vita e il rapporto con lei, anche se non si erano mai incontrati.

Viene quindi alla luce “Forse mio padre”, un’opera di auto-fiction che mi ha ricordato l’Annie Ernaux di “L’altra figlia”, che ripercorre l’uomo, ripercorre le tappe dell’infanzia e della giovinezza dell’autrice, ma – in totale contrasto con il titolo – soprattutto ripercorre la vita della madre, la sua infanzia, la giovinezza, il matrimonio sbagliato e il fallimento della vita.

C’è una cosa che abbiamo in comune.
Siamo stati entrambi innamorati della stessa donna.
Siamo stati entrambi ingannati.

Laura Forti – Forse mio padre

È infatti notevole come tramite questo elemento della sua vita privata, Laura Forti riesca a ricreare una situazione universale: quella di moltissime donne italiane, intrappolate in matrimoni sbagliati, gretti, opprimenti e frustranti.

In particolare, la madre dell’autrice, di famiglia ebraica, da bambina era fuggita con la famiglia in campagna per evitare i rastrellamenti. Da adolescente era stata staffetta partigiana, alla fine della guerra era tornata in città, aveva studiato all’università. E addirittura aveva scelto una grande avventura: quella di far parte del neonato stato di Israele, trasferendosi lì dall’Italia. Ma dopo pochi mesi era tornata in patria, per sposare quello che credeva il suo grande amore. Anche quella sembrava un’avventura: sposare un cristiano, mettendosi contro tutta la famiglia d’origine.

Ma quello che sembrava il grande amore, una scelta controcorrente, si era rivelato invece il più becero e avvilente dei conformismi. Tutta la sua esuberanza, la ricerca di adrenalina, frustrate dagli obblighi familiari, la casa, il marito, i figli. La vita improvvisamente diventa un tunnel senza luci e trasforma questa donna così brillante in una persona incattivita, meschina, piena di rivendicazioni.

Quante donne degli anni Cinquanta si sono ritrovate a fare una vita così in Italia? A sentirsi prigioniere dell’unico apparente modello di vita, quando sapevano, avevano provato, avevano vissuto un’alternativa molto più soddisfacente?

Quanta infelicità ha causato l’imposizione di quell’unico modello, non solo nelle donne che ne sono state le vittime, ma anche in tutti i loro familiari?

Il lettore se lo chiede ad ogni pagina, ad ogni parola, mentre esplora con Laura Forti tutti i labili indizi e i pochissimi aneddoti connessi a colui che fu “forse suo padre”.

E’ un libro intimo e a tratti straziante, che però riesce a essere universale specchio di un’epoca e di una condizione. Ma è anche un libro che mostra il potere catartico della scrittura, dello scavare a fondo ed estrarre le pepite preziose che ci sono state nel nostro passato. Come l’ultima, che l’autrice tira fuori inaspettatamente, riuscendo a mettere tante cose in una prospettiva diversa, più serena, meno drammatica.

Mi hai insegnato che si può amare discretamente qualcuno e uscire di scena in punta di piedi.

Forse mio padre – Laura Forti

*Ricevuto in omaggio dalla casa editrice Giuntina